martedì 2 agosto 2011

Strage di Bologna, strage di Stato.


Trentuno anni sono passati dal più grave fatto di sangue della storia italiana del dopoguerra. Il 2 agosto 1980 alle 10 e 25, nella stazione ferroviaria di Bologna, un ordigno di fabbricazione artigianale esplode uccidendo 85 poveri malcapitati. Da subito si delinea l'intento terroristico dell'azione. Altrettanto subito, senza nemmeno la sicura certezza, avvalorata da eventuali prove, essa viene bollata come "neofascista".
Due settimane dopo vengono emessi dalla Procura della Repubblica di Bologna ben ventotto ordini di cattura verso militanti (o presunti tali) dei "Nuclei Armati Rivoluzionari".
Seguirà un processo lunghissimo, intralciato e depistato più volte da organi occulti legati al SISMI, alla P2 e alla CIA, che porterà alla condanna all'ergastolo di Giusvà Fioravanti e Francesca Mambro. Ultimo capro espiatorio è stato Luigi Ciavardini, condannato quattro anni fa a scontare una pena di trent'anni  di reclusione.
I lati oscuri della vicenda sono molti. Molte sono le infamità commesse lungo le indagini: basti pensare all'omicido del militante di Terza Posizione Nanni De Angelis (fratello del senatore PDL Marcello De Angelis). Questi, il 2 agosto, era a giocare le finali nazionali di football americano a Castel San Giorgio, in provincia di Salerno. Per di più fu ripreso più volte dalle telecamere di una TV locale. Arrestato dopo due mesi di latitanza, picchiato a sangue e condotto in carcere senza che gli venissero date le dovute cure, fu impiccato al termosifone della sua cella.
Ma questo è solo uno degli episodi raccapriccianti legati alla mattanza post-attentato.
Seguiranno episodi di repressione reazionaria e tentativi di attribuzione delle responsabilità a terzi.
Resta il fatto che l'attentato non fu mai rivendicato da alcuna organizzazione terroristica, ne italiana, ne straniera.
L'allora Presidente del Consiglio, Francesco Cossiga, in una lettera indirizzata al deputato Vincenzo Fragalà rivelerà di una pista legata al FPLP (Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina) e del terrorista(?)  marxista venezuelano Ilich Ramirez Sànchez, meglio conosciuto come "comandante Carlos".
Quest'ultimo però, durante la sua detenzione a Parigi, ha rivelato qualcosa di ben più raccapricciante: l'ordigno fu messo da uomini in nero, legati all'organizzazione Gladio (della quale Francesco Cossiga fu sovrintendente), su ordine diretto della CIA. Anche il Mossad, con l'attribuzione dell'attentato alle forze palestinesi ci avrebbe guadagnato.
Fatto sta che degli innocenti stanno pagando per pene non commesse e le famiglie delle vittime non avranno mai giustizia.
Gli agnelli sacrificali sono stati immolati per la "sicurezza" del panorama politico europeo e occidentale.

FRANCESCO GALLONE


Nessun commento:

Posta un commento